Regimi fiscali nella tassazione sugli investimenti: quale scegliere
La scelta tra i regimi fiscali, nel contesto degli investimenti finanziari, può avere un impatto significativo sui propri investimenti, migliorando o peggiorando i risultati ottenuti nel corso del tempo.
Una corretta strategia di investimento ha a che fare con molti fattori, dal rischio al rendimento, tenendo conto dell’orizzonte temporale e delle preferenze dell’investitore.
In questo articolo, vogliamo esplorare in dettaglio i tre regimi fiscali principali che un investitore può scegliere di applicare ai propri investimenti finanziari: amministrato, gestito e dichiarativo.
Analizzeremo inoltre come ogni regime gestisce la compensazione di plusvalenze e minusvalenze da investimento, valutando i vantaggi e gli svantaggi di ciascuno.
Partiamo da una differenziazione che sta alla base della scelta: chi è che si occuperà della gestione delle tasse sugli investimenti?
Quali sono i tipi di regimi fiscali?
Vediamo ora i tre principali regimi fiscali.
Regime Fiscale Amministrato
Il regime fiscale amministrato prevede che l’intermediario finanziario (come una Banca o una SIM) si occupi della gestione delle tasse sugli investimenti del cliente.
In qualità di sostituto d’imposta, l’intermediario effettuerà di volta in volta il calcolo e l’applicazione delle imposte sulle operazioni di compravendita effettuate.
A differenza di altri regimi fiscali, qui le imposte vengono applicate nel momento in cui l’operazione viene completata.
Quindi, se nell’arco di un anno vengono effettuate 10 operazioni di compravendita su dieci titoli diversi, le eventuali tasse sul capital gain verranno applicate nel momento esatto in cui il titolo in guadagno verrà venduto.
Se da un lato questo modello fiscale comporta una semplicità di utilizzo da parte dell’investitore, dall’altro può comportare il pagamento di imposte sui guadagni anche laddove il capitale complessivamente investito sia in perdita.
Facciamo un esempio pratico:
Ipotizziamo un patrimonio di €100.000 investito al momento iniziale T0 su 5 strumenti differenti e in ugual misura: €20.000 per strumento.
Nel momento T1 in cui vengono completate le operazioni di vendita di questi strumenti, gli strumenti A e D saranno in guadagno, ma complessivamente il patrimonio sarà diminuito da €100.000 a €97.000 a causa delle perdite realizzate sugli altri strumenti finanziari.
In questo caso, nel regime del risparmio amministrato, l’investitore si troverà comunque a pagare imposte sul capital gain anche se il suo portafoglio complessivo è in perdita.
Il valore finale passa infatti da €100.000 a €97.000 e, una volta applicate le imposte (ipotizzate al 26%) scende ancora da €97.000 a €93.620.
Seguendo lo stesso esempio iniziale, in caso di guadagno derivante dal completamento di operazioni di compravendita, l’investitore potrebbe trovarsi a pagare più imposte rispetto a quanto dovuto. Questo perché regime non prende fiscalmente in considerazione il portafoglio complessivo investito, bensì i singoli strumenti che lo compongono.
In questo caso l’investitore non pagherà tasse sui €6.000 guadagnati complessivamente al momento T1, ma pagherà tasse su tutti i singoli guadagni realizzati dalle operazioni chiuse positivamente (strumenti B; C; E). Quindi pagherà tasse su €14.000 di guadagno “parziale” (€5.000 di B; €6.000 di C e €3.000 di E).
Compensazione di Minusvalenze e Plusvalenze
Nonostante queste caratteristiche, va fortemente sottolineata la possibilità di compensare le plusvalenze realizzate con le minusvalenze pregresse, utilizzando una strategia che viene definita Tax-Loss Harvesting e di cui parliamo in questo articolo.
Nel regime amministrato, la compensazione delle minusvalenze con le plusvalenze avviene direttamente a livello dell’intermediario. Questo significa che se nello stesso anno fiscale si sono realizzati sia guadagni che perdite, l’intermediario finanziario compenserà automaticamente queste posizioni, riducendo l’importo delle imposte dovute.
Ciò consente di abbattere notevolmente l’imposizione fiscale anche utilizzando questo regime; ma non tutti gli strumenti sono compensabili tra di loro, perché producono categorie di reddito differenti e per questo motivo bisogna realizzare un’adeguata strategia di compensazione e ottimizzazione fiscale.
Ne parliamo più approfonditamente in questo articolo.
Regime fiscale Amministrato: caratteristiche principali
- Semplicità: L’intermediario si occupa di tutte le formalità fiscali, inclusa la dichiarazione dei redditi da capitale.
- Immediatezza: Le imposte vengono trattenute alla fonte al momento della realizzazione delle plusvalenze.
- Assenza di adempimenti: Il cliente non deve includere questi redditi nella dichiarazione dei redditi personale.
Vantaggi
- Comodità: Il risparmiatore non deve preoccuparsi di calcoli e dichiarazioni.
- Rapidità: La gestione è automatizzata e le imposte vengono pagate in tempo reale.
- Investimenti pluriennali: Le imposte vengono applicate soltanto all’atto della vendita di uno strumento, che potrebbe avvenire anche a distanza di più di un anno.
Svantaggi
- Costi: Il servizio di amministrazione potrebbe richiedere dei costi aggiuntivi e, in caso di investimento in strumenti finanziari collettivi come Fondi e SiCAV, i costi di collocamento potrebbero essere particolarmente onerosi.
- Flessibilità limitata: Meno controllo sulle tempistiche della compensazione delle perdite e guadagni.
- Possibilità di compensazione: Non tutti gli strumenti producono la stessa tipologia di redditi e pertanto non è sempre possibile compensare le plusvalenze con le minusvalenze realizzate.
- Pagamento imposte: Se non adeguatamente gestita, la posizione fiscale complessiva potrebbe incidere negativamente sul risultato realizzato, portando al pagamento di imposte superiori a quelle effettivamente dovute.
Regime Fiscale Gestito
Nel regime fiscale gestito, l’intermediario finanziario non solo si occupa della gestione delle tasse sugli investimenti del cliente ma anche delle decisioni di investimento per suo conto.
Anche in questo caso, l’intermediario finanziario agisce da sostituto d’imposta, calcolando e applicando, alla fine di ogni anno calendariale, le imposte effettivamente dovute sul risultato complessivo del patrimonio.
Ciò vuol dire che, a differenza del regime fiscale Amministrato in cui le imposte sono applicate nel momento in cui ogni operazione di vendita viene completata, in questo caso le imposte vengono applicate dall’intermediario ogni 31/12 solo se il patrimonio complessivo finale è superiore al patrimonio iniziale al 01/01.
Vediamolo meglio con un esempio pratico:
Ipotizziamo la stessa situazione precedente, in cui un patrimonio di €100.000 è investito al momento iniziale T0 su 5 strumenti differenti e in ugual misura: €20.000 per strumento.
Anche in questo caso ipotizziamo un risultato finale nel momento T1 complessivamente in perdita, in cui il patrimonio si sarà ridotto da €100.000 a €97.000.
A differenza del regime del risparmio amministrato, in questo caso l’investitore a fine anno non pagherà alcuna imposta, dato che complessivamente non ha avuto guadagni sul suo patrimonio.
Quindi il valore netto sarà uguale al valore lordo: €97.000.
Seguendo lo stesso esempio iniziale, in caso di guadagno l’investitore si ritroverà a pagare tasse sul capital gain soltanto sull’effettivo guadagno complessivo sul suo patrimonio: €5.000 di guadagno, quindi tasse per €1.300 e un valore netto pari a €103.700.
Compensazione di Minusvalenze e Plusvalenze
Un altro fattore di fondamentale importanza che caratterizza il regime fiscale gestito, è la possibilità di compensare le minusvalenze e le plusvalenze derivanti da strumenti finanziari differenti.
In questo modo non risulta necessario, ai fini fiscali, ricorrere a strumenti finanziari differenti da quelli inizialmente previsti dal proprio piano d’investimento.
Analogamente al regime amministrato, la compensazione di plusvalenze e minusvalenze viene gestita direttamente dall’intermediario. Tuttavia, la gestione attiva e la possibilità di compensazione tra strumenti finanziari differenti, possono influire sulle tempistiche e sulle strategie di compensazione, migliorando l’efficienza fiscale complessiva.
L’altro lato della medaglia riguarda il fatto che questo regime fiscale, prevedendo il pagamento di imposte alla fine di ogni anno, comporta un pagamento anche nel caso in cui gli strumenti finanziari siano ancora attivi in portafoglio e non siano ancora stati venduti.
Ne parliamo più approfonditamente in questo articolo.
Scopri i regimi fiscali e quale impatto possono avere sui tuoi investimenti
Regime fiscale Gestito: caratteristiche principali
- Delega completa: L’intermediario gestisce sia gli investimenti sia le relative questioni fiscali.
- Gestione professionale: Gli investimenti sono gestiti da professionisti con l’obiettivo di massimizzare i rendimenti netti.
Vantaggi
- Gestione esperta: Gli investimenti sono gestiti da professionisti del settore.
- Minimizzazione del carico fiscale: Strategie di investimento sono utilizzate per ottimizzare il rendimento netto.
Svantaggi
- Costi del servizio: Il servizio di gestione di gestione prevede un costo aggiuntivo per l’investitore.
Nel caso di intermediari indipendenti come 4Timing SIM, però, tali costi sono agevolmente compensati dall’assenza di costi di retrocessione degli strumenti finanziari consigliati, dato che l’unica remunerazione del gestore proviene esclusivamente dal cliente. - Autonomia operativa: In molti casi, l’investitore ha la possibilità di personalizzare la propria linea di gestione, ma non ha autonomia operativa sulla gestione, in quanto delegata a professionisti.
Regime Fiscale Dichiarativo
Nel regime fiscale dichiarativo, l’investitore assume il controllo completo della fiscalità del suo portafoglio di investimento ed è responsabile di dichiarare personalmente i redditi da esso derivanti e di pagare le relative imposte alla fine dell’anno fiscale.
Chi sceglie questo regime fiscale, quindi, non si avvale di un sostituto d’imposta che tiene traccia di tutte le operazioni effettuate; ma deve realizzare un proprio archivio organizzato con tali informazioni e calcolare di volta in volta il risultato ottenuto da un’operazione di investimento. In questo modo potrà procedere a compilare correttamente la propria dichiarazione dei redditi alla fine dell’anno fiscale.
Compensazione di plusvalenze e minusvalenze
In questo regime, la compensazione delle minusvalenze con le plusvalenze avviene a livello personale. L’investitore deve monitorare attentamente le sue transazioni e assicurarsi di includere tutte le perdite e i guadagni nella dichiarazione annuale per ottenere il massimo beneficio fiscale.
Se da un lato la scelta per questo regime fiscale comporta un enorme lavoro di contabilità, in molti casi può risultare utile a investitori diversi dalle persone fisiche (società o persone giuridiche in generale), che possono iscrivere a bilancio i risultati ottenuti e compensare le voci di guadagno o perdita derivanti dall’attività di investimento con altre voci presenti in bilancio.
Ne parliamo più approfonditamente in questo articolo.
Regime fiscale Dichiarativo: caratteristiche principali
- Autonomia: L’investitore gestisce direttamente tutte le questioni fiscali relative al suo portafoglio d’investimento
- Dichiarazione annuale: Anche in questo caso, plusvalenze e minusvalenze devono essere dichiarate annualmente nella dichiarazione dei redditi.
Vantaggi
- Controllo totale: Maggiore autonomia e controllo sulle decisioni di investimento e fiscali.
- Possibilità di pianificazione fiscale: L’investitore può scegliere quando realizzare le plusvalenze per ottimizzare la tassazione.
Svantaggi
- Complessità: La gestione autonoma delle questioni fiscali può essere complessa e richiedere molto tempo.
- Rischio di errori: Maggior rischio di commettere errori nella dichiarazione fiscale.
Regimi fiscali e tasse sugli investimenti: conclusioni
La scelta tra i regimi fiscali per i propri investimenti può dipende da vari fattori, tra cui il livello di esperienza, il tempo che si vuole dedicare alla gestione degli investimenti e il desiderio di controllo. Quindi, quale regime fiscale scegliere?
- Regime amministrato: Ideale per chi cerca semplicità e comodità.
- Regime gestito: Adatto a chi preferisce affidarsi a professionisti per massimizzare i rendimenti netti.
- Regime dichiarativo: Perfetto per chi vuole avere il pieno controllo e ha una buona conoscenza delle questioni fiscali.
Ognuno di questi regimi fiscali offre opportunità per compensare minusvalenze e plusvalenze, ma richiede un diverso livello di coinvolgimento e gestione da parte dell’investitore.
Per effettuare una scelta oculata e non trascurare questo importante aspetto nella gestione del proprio patrimonio, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista che sappia tener conto di questi aspetti e consigliare il meglio per l’investitore.
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Chief Marketing Officer & Business Development Manager 4Timing SIM
“Per aspera ad astra“
Curioso per natura, nelle mie esperienze professionali ho sviluppato competenze differenti tra loro, condividendo ed acquisendo know-how in uno scambio che mi ha consentito di crescere nel corso degli anni, come professionista e come persona. Negli ultimi 13 anni mi sono dedicato alla Consulenza Finanziaria e nel 2015 sono entrato in 4Timing per realizzare, insieme agli altri soci fondatori, 4Timing SIM: un intermediario indipendente che rappresenta una boutique per il Consulente che vuole evolversi professionalmente e per l’investitore che desidera un rapporto professionale innovativo e di alto livello.