Investitore con profilo di rischio basso? Ti svelo come creare valore
Gli investitori con profili di rischio medio basso e insieme a loro i consulenti finanziari che li seguono ormai da tempo non dormono più sonni tranquilli.
Da diversi anni, infatti, la componente obbligazionaria dei portafogli, storicamente usata per dare risposte a profili di rischio medio bassi è venuta meno.
I rendimenti asfittici o spesso negativi su tutta la curva dei tassi a livello mondo di fatto impediscano di poter sperare di creare valore inserendo in modo statico questa asset class in portafogli di investitori che abbiano un profilo medio o medio basso.
Come fare a dare rendimenti con rischi accettabili agli investitori prudenti?
Purtroppo, vediamo che la soluzione utilizzata da molti investitori, e ahimè in alcuni casi anche consigliata da molti consulenti finanziari, è quella di alzare artificiosamente il profilo di rischio del cliente per poter avere più possibilità di inserire in portafoglio strumenti a volatilità più alta.
Questa risposta al problema oltre che essere sbagliata dal punto di vista deontologico per i consulenti che la propongono è anche molto rischiosa per gli investitori finali che decidono di metterla in pratica.
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Perché gli investitori si dimenticano il rischio?
Quando i mercati finanziari salgono per diversi mesi di fila notiamo che gli investitori e i consulenti si dimenticano che la normalità è l’alternanza di cicli positivi a cicli negativi.
Viene meno la percezione del rischio e frasi quali “ nel lungo termine i mercati finanziari salgono sempre” “ comunque le azioni hanno dei buoni dividendi” o simili … diventano la regola e la scusa con cui inserire azionario nei portafogli degli investitori.
Quale è di solito l’epilogo finale di questi comportamenti?
Purtroppo, il risultato finale di chi ha “ dilatato” in modo artificioso il suo normale profilo di rischio è quasi sempre lo stesso.
Nel momento in cui si passa dal ciclo positivo a quello negativo, l’investitore si agita, vede perdite potenziali sul suo portafoglio che non è in grado di sopportare e solo a quel punto si ricorda di avere un profilo di rischio più basso. Interviene quindi con una modifica dell’asset allocation dopo che i mercati hanno già corretto.
La conclusione è quindi che a livello di valore di portafoglio l’investitore “scende con l’ascensore” e poi ci mette anni a risalire con le scale. A discesa avvenuta spuntano come d’incanto di nuovo gli studi che dimostrano che nel lungo termine le azioni salgono sempre e così via… in un ciclo perpetuo.
Questa situazione è ben spiegata da questo grafico che confronta due portafogli modello fatti in ETF con metodologia frontiera efficiente. Il metodo di costruzione dei portafogli con frontiera efficiente lo spiegheremo in un video/ articolo dedicato in modo tale che siate in grado di riconoscerli quando li incontrate.
La linea nera è l’andamento di un portafoglio che ha strutturalmente una % di azioni diversificata su tutti i mercati del 25% ( profilo medio basso) e la linea rossa un portafoglio con il 75% di azioni (profilo medio alto).
Tendenzialmente chi ha dilatato artificiosamente il proprio profilo di rischio nei momenti di discesa del mercato si trova sulla linea rossa e nei momenti di salita su quella nera.
Ci sono altre soluzioni più efficaci per gestire questo problema?
Sì, la soluzione sta nell’utilizzare nelle asset allocation di portafoglio quote di portafogli e gestori flessibili ovvero utilizzare portafogli e metodologie che siano in grado in tempi abbastanza brevi di modificare anche radicalmente la composizione di portafoglio tra le asset class più volatili e quelle meno volatili. Utili a questo scopo sono anche tutte le metodologie di gestione non direttamente correlate a specifiche asset class ovvero che prevedano anche strutturalmente l’uso di posizioni long a posizioni short.
Facile a dirsi, molto più complicato realizzarlo e questa non è un’opinione personale ma una misurazione sul campo che ci dice che oltre il 90% dei gestori che si dichiarano Flessibili, Total/Absolute return, alternativi, non riesce a raggiungere gli obiettivi dichiarati.
Io e altri miei colleghi di 4Timing Sim abbiamo così deciso di illustrarvi su questo blog in una serie di articoli e video, di libero e gratuito accesso, quali possano essere le soluzioni più efficaci da dare a questo problema.
La soluzione sta nella capacità dell’investitore o del consulente finanziario di riconoscere i veri gestori e portafogli flessibili efficaci ed efficienti da quelli che invece lo sono solo di facciata o che arrivano semplicemente da un periodo “fortunato”.
Aumentare le nostre conoscenze sul come “ misurare “ le performance di una gestione flessibile è la strada giusta da seguire. Fidatevi, non servono tre lauree per poterlo fare, ma come sempre servono un po’ di metodo e alcune conoscenze di base sul rischio/ rendimento dateci da alcuni indicatori.
Nei prossimi interventi vi accompagneremo nel percorso di conoscenza in questa materia. Se volete salire a bordo con noi in questo viaggio finalizzato a potenziare le vostre capacità di scelta e di consapevolezza su come misurare rischio e rendimento, iscrivetevi al nostro Blog e per poter visionare in modo tempestivo e assolutamente gratuito ogni nostro upgrade sulla materia.
… prossimo mio intervento sul blog “ indice di sharpe: perché non ci basta!”
Equity Partner e Consulente Finanziario di 4Timing SIM – Il mio mestiere è accompagnare l’investitore nel difficile mondo degli investimenti finanziari verso scelte razionali. Per me ottenere dei ritorni positivi dagli investimenti è importante, ma facendo correre all’investitore solo i rischi che vale veramente la pena prendere. Il tutto nel rispetto del profilo di rischio, dell’orizzonte temporale di investimento e degli obiettivi di vita della singola persona, famiglia o azienda. Ottimizzare Il rapporto rischio/rendimento degli investimenti finanziari è scritto nella mia storia, è la mia missione, è la mia ossessione a cui da sempre mi dedico.