Investimenti finanziari, come cambiano le abitudini nel tempo
La completa e continua immersione nei dettagli del quotidiano, l’attenzione alle notizie provenienti dai mercati e la ricerca di opportunità di investimento che creino del valore, ci porta passo dopo passo a percorrere dei tragitti che si delineano soltanto strada facendo e di cui difficilmente si gode il paesaggio.
La figura del consulente finanziario nel tempo
Fermandosi un attimo per fare un bilancio, però, risulta evidente che dall’inizio del nuovo millennio ad oggi la professione del Consulente Finanziario ha subìto un cambiamento molto complesso, passando dal contesto economico del 2000 – elevato risparmio, concorrenza ridotta, mercati finanziari con cicli ben definiti e offerta poco standardizzata e poco diversificata – ad una realtà attuale ben diversa, caratterizzata da elevata velocità di cambiamento ed obsolescenza, da mercati completamente globalizzati, da scambi istantanei online, da un’offerta multimarca diventata ormai standardizzata, con una concorrenza fortissima ed in continua evoluzione (collocamento dei fondi comuni sul mercato, sviluppo delle piattaforme e delle banche “on-line”, riduzione dei margini) e da clienti più “informati e consapevoli”.
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Come se non bastasse, tutto ciò è accaduto mentre sullo sfondo scorrevano dei mercati finanziari che hanno subìto tre crisi molto profonde, che hanno inevitabilmente avuto ripercussioni negative sui rendimenti per i clienti nonché sulle relazioni faticosamente instaurate nel corso del tempo con i loro consulenti, compromettendone le posizioni finanziarie gestite ed i possibili sviluppi che ne potevano scaturire.
Per maggiori informazioni sulle obbligazioni, leggi anche Obbligazioni High Yield, significato e rendimento.
Le abitudini finanziarie degli investitori: come sono cambiate nel tempo?
Pian piano è stata presa coscienza del fatto che le certezze incrollabili definite dall’approccio classico, o meglio dal senso comune – come il fatto che i titoli di Stato rappresentano un bene rifugio (vedi BTP 2011), che un investimento in immobili è destinato a moltiplicare il suo valore nel tempo (vedi crisi dal 2008) e che nel medio/lungo periodo il valore delle azioni è sempre in crescita – andavano rivisitate o quanto meno messe in discussione.
La distorsione cognitiva degli investitori, infatti, proviene proprio dalla differenza tra il percepito e la fredda realtà fornita dai numeri, che troppo poco spesso viene chiamata in causa nelle valutazioni.
Sarebbe opportuno che, nell’effettuare una scelta complessa come la selezione di strumenti adeguati in cui investire, si accantonasse il cd. “senso comune”, inteso come “…il risultato di un ingenuo e acritico approccio a questioni affrontate superficialmente e sbrigativamente date per risolte. …che si presenta spesso come falso se messo alla prova del sapere scientifico e specialistico” a vantaggio di un più ragionevole “buon senso”, ossia “…la capacità di giudicare con equilibrio e ragionevolezza una situazione” (cit. Wikipedia).
Qualche tempo fa il Sole24Ore pubblicava un articolo in cui si elencavano i titoli azionari maggiormente presenti nei portafogli dei risparmiatori italiani negli ultimi 15 anni.
Andando ad analizzare più da vicino l’andamento di quei titoli, si scopre che dal 2000 ad oggi 5 titoli su 7 hanno ancora un rendimento negativo (dopo 15 anni).
Molti penseranno sia quasi normale, dato che in quei 15 anni c’è stato di mezzo il 2008, con la più importante crisi di cui i mercati finanziari abbiano memoria dal ’29…
Purtroppo, ciò che lascia perplessi è scoprire che, passando per la crisi Hi-Tech del 2001-2002, per la crisi dei mutui sub-prime del 2008 e per la crisi del debito sovrano europeo del 2011, questi 5 titoli hanno subìto il loro massimo drawdown tra il 2012 e il 2013, tempi assolutamente non sospetti e distanti dalle tre principali crisi descritte.
La diversificazione di portafoglio per mitigare i rischi di mercato
Emerge dunque un chiaro messaggio: non basta più comprare dei titoli buoni in virtù del loro rendimento atteso o dei loro fondamentali e mantenere un atteggiamento da “cassettista”, ma per avere un reale ritorno dai propri investimenti bisogna essere dinamici e sempre pronti ad intervenire al fine di proteggere i patrimoni. Su questo aspetto, leggi anche l’articolo “Survival Bias: scegliere i prodotti finanziari con il senno del poi“.
È così che con rendimenti reali negativi o prossimi allo zero e con alle spalle il cd. “decennio perduto”, sia i bot people che i cassettisti hanno dovuto giocoforza risvegliarsi da un lungo sonno basato sulla una tradizione finanziaria di famiglia ed andare alla ricerca di valide alternative d’investimento.
Da tempo, la soluzione alla mitigazione dei rischi insiti nel mercato viene identificata in una adeguata diversificazione di portafoglio che, in contesti di mercato avversi, permetterebbe agli investitori di bilanciare e compensare le proprie sovra o sotto-esposizioni a determinati settori.
Per una corretta diversificazione del portafoglio finanziario, ti suggeriamo di leggere anche il nostro articolo “Come costruire un portafoglio finanziario equilibrato: l’importanza degli ingredienti”.
Ma cosa succede se, nonostante una corretta diversificazione applicata da manuale, i mercati finanziari globali subiscono un collasso così come accaduto nelle ultime profonde crisi di cui siamo stati testimoni?
Dati alla mano, anche storici, la risposta alla domanda diventa di per sé retorica.
Chief Marketing Officer & Business Development Manager 4Timing SIM
“Per aspera ad astra“
Curioso per natura, nelle mie esperienze professionali ho sviluppato competenze differenti tra loro, condividendo ed acquisendo know-how in uno scambio che mi ha consentito di crescere nel corso degli anni, come professionista e come persona. Negli ultimi 13 anni mi sono dedicato alla Consulenza Finanziaria e nel 2015 sono entrato in 4Timing per realizzare, insieme agli altri soci fondatori, 4Timing SIM: un intermediario indipendente che rappresenta una boutique per il Consulente che vuole evolversi professionalmente e per l’investitore che desidera un rapporto professionale innovativo e di alto livello.