Le obbligazioni sono ancora un investimento sicuro?
Le obbligazioni sono da sempre considerate un investimento sicuro, sinonimo di tranquillità finanziaria.
I titoli obbligazionari sono in effetti tra gli strumenti finanziari più diffusamente utilizzati dagli investitori, ma rappresentano ancora oggi un investimento protetto?
Per rispondere a questa domanda, cerchiamo di capire quali sono le caratteristiche delle obbligazioni che attirano gli investitori, come funzionano esattamente, quali sono i rischi e qual è l’impatto che lo scenario attuale determina su di esse.
Le obbligazioni cosa sono? Ecco le caratteristiche principali
L’investimento in obbligazioni è molto semplice da capire. Questa è una delle ragioni per cui piace molto agli investitori avversi al rischio.
Partiamo con definire le obbligazioni cosa sono. L’obbligazione (o bond, in inglese) è un prestito che l’investitore fa ad un’azienda o ad uno Stato. La durata è predeterminata, la remunerazione può essere fissa o variabile e, alla scadenza, viene restituito all’investitore il capitale per intero. Inoltre, nella maggior parte delle situazioni, l’investitore che ne è in possesso può venderla rapidamente.
Il rendimento certo e la durata predeterminata lo rendono uno strumento semplice e appetibile, ma addentrandoci nel discorso scorgiamo alcuni importanti dettagli che bisogna tener presente.
Come si calcola il rendimento di un’obbligazione?
Il rendimento delle obbligazioni dipende da:
- l’interesse maturato nel corso del tempo. Di norma è corrisposto tramite il versamento di cedole periodiche. In questo modo l’investitore è compensato del rischio a cui si espone nel prestare il suo denaro all’emittente;
- il capital gain, il guadagno in conto capitale che l’investitore ottiene se il titolo obbligazionario è acquistato a un prezzo minore di quello a cui è rimborsato o venduto.
Le obbligazioni sono tra gli strumenti finanziari più diffusi ancora oggi.
L’idea che siano un investimento sicuro e un ottimo strumento per la protezione del capitale ha accomunato gli investitori nel mondo negli ultimi 30 anni.
Seguendo questa tendenza, l’investitore medio italiano ha investito i propri risparmi con una percentuale maggiore o minore di obbligazioni, a seconda di quanta tranquillità e sicurezza desiderasse per il proprio capitale.
Si è arrivati a mitizzare il classico portafoglio 60/40: una asset allocation strategica con quote bilanciate fra azioni e obbligazioni, in cui il capitale di rischio è considerato principalmente quello investito nel mercato azionario.
Da decenni quindi le obbligazioni occupano un posto particolare nel cuore degli investitori, che le considerano tra le forme di investimento più sicure e meno soggette alla volatilità di mercato.
Vogliamo però capire se questo mantra è sempre valido e se investire in obbligazioni rappresenta comunque un investimento sicuro, oppure se è necessario contestualizzarlo per tipo di strumento e per periodo storico.
Cerchiamo di fare chiarezza partendo dalle principali tipologie di obbligazioni e dalle modalità di acquisto.
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Le obbligazioni sono tutte uguali?
La risposta è no. Infatti, esistono diverse tipologie di obbligazioni con caratteristiche particolari.
Vediamo insieme le più diffuse:
Ordinaria / Subordinata
La differenza più importante tra i vari tipi di obbligazioni consiste nel grado di rischio del titolo, in termini di tutela dell’investimento.
In caso di difficoltà o di fallimento dell’emittente, infatti, viene seguito uno specifico ordine di rimborso a seconda della tipologia dell’obbligazione:
– Le obbligazioni ordinarie verranno rimborsate per prime e, per questo motivo, sono considerate tra le più sicure.
Il rischio che non vengano rimborsate risulta decisamente minore e il loro rendimento è normalmente più contenuto rispetto alle altre.
– Le obbligazioni subordinate, invece, verranno rimborsate soltanto in seguito al rimborso totale delle altre obbligazioni e, quindi, il rischio dell’investimento è considerato maggiore.
Per tale motivo, hanno normalmente un rendimento più elevato rispetto a quelle ordinarie.
Con cedola / senza cedola
La cedola (o coupon) è il mezzo con cui è riconosciuto periodicamente un determinato tasso di interesse agli investitori.
Tasso fisso / tasso variabile:
Nel caso delle obbligazioni con cedola, una delle distinzioni principali è tra tasso fisso e tasso variabile.
Le prime sono caratterizzate da un rendimento fisso e predeterminato della cedola, che rimane costante per tutta la durata del titolo.
Le obbligazioni a tasso variabile, invece, sono caratterizzate da un rendimento cedolare collegato ad altri fattori (come l’inflazione) e che quindi può aumentare o diminuire nel corso del tempo a seconda del valore a cui sono legate.
Ad esempio, esistono obbligazioni indicizzate all’inflazione come i BTP-Italia: questa tipologia di bond lega il capitale e gli interessi dell’investimento a una misura dell’inflazione riconosciuta su scala nazionale, proteggendo così gli investitori da eventuali impatti negativi.
Se cedola e rimborso sono legati all’inflazione, infatti, significa che possono crescere nel caso di scenario inflazionistico, senza erodere il potere d’acquisto.
Green bond
Un’altra tipologia di obbligazioni sono i cosiddetti green bond, le “obbligazioni verdi”.
L’impatto ambientale è sempre più al centro dell’attenzione e gli investimenti sostenibili e socialmente responsabili sono sempre più richiesti. Questi investimenti riguardano titoli obbligazionari legati a progetti o iniziative green, quindi con impatto ambientale positivo.
Rappresentano per gli investitori un’opportunità per accentuare la transizione verso un’economia più sostenibile. Sono regolati dai Green Bond Principles (GBP), linee guida volontarie che chiariscono l’approccio per l’emissione di Green bond a sostegno degli emittenti, poi adattati a standard ad-hoc per i Green bond UE dagli esperti della Commissione Europea.
Come acquistare obbligazioni?
I titoli obbligazionari possono essere acquistati in due modalità differenti, a seconda che siano in fase di “collocamento” oppure siano già in circolazione da un po’ di tempo.
- In emissione/sottoscrizione, sul mercato primario
Quando uno Stato o un’azienda emettono delle nuove obbligazioni, stanno a tutti gli effetti raccogliendo adesioni (e liquidità) in maniera diretta da parte di un pubblico diffuso, che è disposto a versare il proprio capitale nelle casse dell’emittente e immobilizzarlo per un determinato periodo in cambio di un interesse.
Questa fase può essere molto diversa a seconda dell’emittente:- le obbligazioni governative, in Italia, sono collocate attraverso la cd. “Asta di emissione” che può avere caratteristiche differenti e nella quale può anche essere definito un eventuale scarto di emissione, a seconda della tipologia del titolo (BOT, BTP, CCT, ecc.)
- le obbligazioni societarie, invece, sono normalmente collocate attraverso la definizione e comunicazione del prezzo di emissione e del volume complessivo a disposizione.
In entrambi i casi, il singolo investitore può sottoscrivere i titoli obbligazionari in fase di emissione attraverso la richiesta/prenotazione da effettuarsi tramite il proprio istituto bancario.
- In quotazione, sul mercato secondario
Una volta che l’emittente ha completato la fase di raccolta del capitale, ed ha contestualmente distribuito titoli obbligazionari per un valore nominale pari a quanto ricevuto in forma di capitale, l’obbligazione sarà quotata sul mercato finanziario di riferimento.
Al pari di qualsiasi altro strumento quotato, anche le obbligazioni hanno un mercato in cui si incontrano venditori (che offrono “lettera”) e compratori (che offrono “denaro”).
I prezzi offerti e richiesti da queste due fazioni non sempre coincidono e sono espressi nei cd. “book di negoziazione” che molte banche mettono a disposizione dei propri clienti tramite la propria piattaforma di online banking.
La differenza tra i due prezzi viene definita “spread denaro/lettera” e l’operazione si conclude quando un compratore trova un venditore disposto a disfarsi dei propri titoli a un prezzo che vada bene a entrambi.
In questa fase operativa, la contrattazione viene affidata alla banca che, in cambio, riceve un compenso definito dal contratto con il cliente.
Ma quali sono i rischi di investire in obbligazioni?
Nonostante le caratteristiche abbastanza semplici dello strumento e la garanzia del capitale offerta dall’emittente, l’investimento in obbligazioni non è privo di rischio.
Esistono infatti dei rischi specifici che, se ignorati, possono mettere a repentaglio anche l’intero capitale investito.
Parliamo del rischio emittente, del rischio tasso, della duration e del rischio valuta, che incidono, in vario modo, sul prezzo e sulle possibilità di rimborso del nostro titolo obbligazionario.
Ne parliamo in questo articolo…
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Chief Marketing Officer & Business Development Manager 4Timing SIM
“Per aspera ad astra“
Curioso per natura, nelle mie esperienze professionali ho sviluppato competenze differenti tra loro, condividendo ed acquisendo know-how in uno scambio che mi ha consentito di crescere nel corso degli anni, come professionista e come persona. Negli ultimi 13 anni mi sono dedicato alla Consulenza Finanziaria e nel 2015 sono entrato in 4Timing per realizzare, insieme agli altri soci fondatori, 4Timing SIM: un intermediario indipendente che rappresenta una boutique per il Consulente che vuole evolversi professionalmente e per l’investitore che desidera un rapporto professionale innovativo e di alto livello.