George Soros: cosa puoi apprendere dalle sue strategie di investimento?
Quella di George Soros è una figura estremamente controversa, in bilico tra chi ne segue le gesta finanziarie e chi ne critica il modus operandi.
In ogni caso, tra speculazioni finanziarie e impegni politici e sociali, Soros è riconosciuto uno degli investitori di maggiore successo della storia, insieme a Warren Buffett. Per quali ragioni?
Le origini di George Soros
La formazione ricevuta durante gli studi plasma la sua filosofia economica e finanziaria.
Nacque a Budapest negli Anni Trenta e le origini ebraiche gli imposero di trasferirsi in Inghilterra. Studiò presso la London School of Economics ed ebbe modo di fare proprio il pensiero di Karl Popper. La concezione fallibilistica della conoscenza e del metodo scientifico del maestro inciderà, infatti, sulla ‘Teoria della Riflessività’ alla base del pensiero sociale ed economico di Soros.
Per Popper ogni procedimento scientifico di tipo ipotetico-deduttivo deve essere sottoposto a severi tentativi di falsificazione, per saggiarne la validità mediante il controllo delle conseguenze empiriche. Su queste basi si fonda anche l’Alchemy of Finance dell’allievo.
Secondo Soros, l’indeterminatezza contraddistingue le scienze sociali ed economiche, inficiate fin da principio dal pregiudizio dei partecipanti.
Quali sono le conseguenze sul piano del mercato?
Gli investitori basano le proprie scelte sulla loro percezione della realtà e non direttamente su di essa. Ovviamente il risultato dei loro investimenti ha effetti nella realtà, ma questo non fa altro che creare un ciclo: alimenta ulteriori distorsioni percettive degli investitori e manipola i prezzi del mercato stesso.
È ancora più chiaro se si leggono le parole dello stesso Soros nella pubblicazione del 1987.
«Credo che i prezzi di mercato siano sempre sbagliati nel senso che presentano una visione distorta del futuro. Ma la distorsione funziona in entrambe le direzioni: non solo i partecipanti al mercato operano con un pregiudizio, ma il loro pregiudizio può anche influenzare il corso degli eventi. Questo può creare l’impressione che i mercati anticipino accuratamente gli sviluppi futuri, ma in realtà non sono le aspettative presenti che corrispondono agli eventi futuri, ma gli eventi futuri che sono modellati dalle aspettative presenti».
A differenza delle scienze naturali in cui i fenomeni accadono a prescindere dall’interazione dell’uomo, i mercati finanziari sono sistemi complessi, che risentono fortemente dell’influenza del pensiero umano sui fenomeni economico-finanziari. Questo comporta l’instaurarsi di atteggiamenti emulativi ripetuti nel tempo, che alimentano a loro volta lo spirito di emulazione e finiscono per modificare le grandezze oggetto stesso di osservazione.
Per queste ragioni, negli ultimi 20 anni, in 4Timing ci siamo ispirati ai princìpi della finanza comportamentale. Ne abbiamo tenuto conto nei nostri modelli gestionali e abbiamo dimostrato che evitare reazioni emotive e controllare dinamicamente il rischio di portafoglio (non essendo sempre investiti) consente di consolidare un rendimento più costante e un’esperienza di investimento più serena.
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La storia di George Soros
L’attività in ambito economico dell’investitore inizia con la collaborazione presso alcune banche commerciali londinesi, fino alla fondazione nel 1968 del primo hedge fund, Double Egle. È questo a ricavare gli utili necessari per dare vita al Soros Fund Management. Si tratta di una società privata di gestione degli investimenti che è stata segnalata fra le più redditizie nel settore degli hedge fund nel 2010.
Da questo momento in poi, inizia l’ascesa dell’investitore ungherese e inizia anche il suo impegno sul piano sociale. Un esempio? Le Open Society Foundations, una rete di fondazioni internazionali che finanziano progetti per lo sviluppo e la salvaguardia dei diritti umani.
In qualità di investitore, però, Soros è noto come l’uomo che ha costruito la propria fortuna mettendo in atto una serie di speculazioni finanziarie. La prima nel 1992 lo portò a guadagnarsi il soprannome di The Man Who Broke the Bank of England.
George Soros e il Mercoledì Nero del 16 settembre 1992
La sua operazione speculativa più conosciuta si inserisce nel contesto dell’ERM, il meccanismo di cambio europeo precursore dell’attuale Unione Europea.
Dopo aver individuato la posizione sfavorevole dell’Inghilterra nel meccanismo europeo dei tassi di cambio, l’investitore ungherese optò attraverso il suo Quantum Fund per una posizione corta che avrebbe permesso di ottenere profitti nel momento in cui il valore della sterlina fosse sceso.
Soros aveva sostenuto la moneta inglese per 1,2 miliardi di sterline fino a un mese prima. In quel momento invece invertì proficuamente la sua posizione e mise in vendita allo scoperto tutte le sterline accumulate nel fondo, per un valore totale di 10 miliardi di dollari.
Per far fronte a questa mossa speculativa, il Governo del Regno Unito fu costretto ad abbandonare il Sistema monetario europeo e a svalutare la sterlina.
Il mercoledì fu nero, dunque, ma non per Soros, che grazie a questa operazione introitò un miliardo di dollari.
Stesso destino riservato all’Italia e alla lira. Sempre nel settembre del 1992, la Banca d’Italia svalutò la lira per compensare l’ormai insostenibile sopravvalutazione della moneta. Questa riportò una perdita del 30% al momento dell’uscita dal Sistema monetario europeo, Soros un guadagno di mezzo miliardo di dollari.
È un genio spericolato o un mero profittatore delle difficoltà altrui?
Soros ha risposto alle critiche e ha definito il suo comportamento una legittima mossa finanziaria, fondata su informazioni a disposizione di tutti gli investitori. Lui sarebbe stato soltanto più abile a interpretarle.
E questa non è stata l’unica volta in cui le sue attività finanziarie sono state oggetto di controversie. Nel 2006 un tribunale francese ha condannato Soros per un caso di insider trading, in cui avrebbe utilizzato delle informazioni in suo possesso per trarne un indebito vantaggio.
Agli atti, però, ciascuna di queste operazioni consacra Soros uno degli speculatori più noti del mondo e contribuisce a illustrarne la filosofia di investimento. Come rivelano numerosi libri di teoria economica e finanziaria da lui pubblicati: i mercati sono costantemente in uno stato di incertezza e di flusso, e il denaro si guadagna scongiurando l’ovvio e scommettendo sull’inaspettato.
Un personaggio complesso
Spesso criticato per la sua attività di investimento, George Soros è un personaggio complesso e sfaccettato. Il suo operato non si limita esclusivamente all’ambito finanziario ma si estende e si intreccia a questioni di ordine politico e sociale, che lo hanno reso gradito ad alcuni e inviso ad altri.
Nella prefazione al primo libro di Soros, il presidente della Federal Reserve ne descrive l’operato proprio al confine fra i due ambiti di interesse. Uno speculatore di successo che destina parte dei suoi ricavi a sostenere la transizione di nazioni emergenti verso il modello di ‘società aperta’ propugnato dal mentore Popper.
Nel 2016, in seguito alla diffusione da parte di Dc Leaks delle mail hackerate delle società di Soros, l’investitore viene pubblicamente definito l’architetto di ogni rivoluzione e colpo di stato attuato nel mondo nell’arco degli ultimi 25 anni.
Tra interesse pubblico e personale
Il Sole24Ore lo definisce l’uomo che è riuscito a lasciare un’impronta negli affari interni delle nazioni in ogni angolo del pianeta. È sufficiente qualche esempio. Ha finanziato i movimenti dissidenti nell’Europa dell’Est, dalla Polonia all’Ungheria, fino alla Russia. Ha contrastato la povertà in Sudafrica e ha donato cospicui aiuti ai candidati democratici americani, per contrastare l’ascesa di Bush prima e Trump poi.
L’investitore ha sempre dichiarato di avere perseguito il proprio interesse nel business, ma di essersi speso per l’interesse sociale in qualità di intellettuale.
Qualora i due principi siano in conflitto? L’interesse pubblico deve prevalere, afferma George Soros.
In medio stat virtus predica Aristotele. E proprio perché la meta del viaggio non è soltanto la destinazione, ma il viaggio stesso intrapreso per raggiungerla, noi di 4Timing crediamo sia importante non solo il rendimento di lungo periodo, ma anche il modo in cui si arriva a quel rendimento.
Chief Marketing Officer & Business Development Manager 4Timing SIM
“Per aspera ad astra“
Curioso per natura, nelle mie esperienze professionali ho sviluppato competenze differenti tra loro, condividendo ed acquisendo know-how in uno scambio che mi ha consentito di crescere nel corso degli anni, come professionista e come persona. Negli ultimi 13 anni mi sono dedicato alla Consulenza Finanziaria e nel 2015 sono entrato in 4Timing per realizzare, insieme agli altri soci fondatori, 4Timing SIM: un intermediario indipendente che rappresenta una boutique per il Consulente che vuole evolversi professionalmente e per l’investitore che desidera un rapporto professionale innovativo e di alto livello.