Strategie di protezione di un portafoglio finanziario e assicurativo
Una valida alternativa all’investimento diretto in titoli di Stato, che comporti un rendimento accettabile senza correre troppi rischi, resta ancora quella degli strumenti assicurativi di Ramo I, le Gestioni Separate, che a fronte di un’immobilizzazione più o meno lunga del capitale, garantiscono rendimenti lordi in alcuni casi ancora interessanti.
Con queste caratteristiche di fondo, è semplice comprendere perché questi tradizionali prodotti assicurativi con garanzia del capitale continuino ad avere un significativo appeal sulla clientela.
Malgrado ciò, però, anche in questo campo “ovattato” di investimento e protezione, non mancano cambiamenti epocali dovuti al mutato contesto finanziario.
Nonostante un differente obbligo normativo rispetto ai Fondi Comuni, che prevede che le Compagnie contabilizzino i titoli in portafoglio non al mark-to-market ma al costo storico (soluzione che consente di nascondere la volatilità dei titoli sottostanti e mostrare rendimenti stabili, seppur in diminuzione), negli ultimi tempi buona parte delle Gestioni Separate offerte dalle Compagnie Assicurative hanno iniziato ad accusare il colpo a causa di vari fattori:
- Diluizione dei rendimenti delle Gestioni, dovute al forte afflusso verso questi strumenti e al conseguente acquisto di titoli a basso tasso d’interesse;
- Vendita di titoli più vecchi al fine di realizzare delle plusvalenze, per sostenere e stabilizzare i rendimenti garantiti;
- Onerosità dei prodotti. Dal Gennaio 2016, a causa delle garanzie di rendimento offerte da questi strumenti, la direttiva UE “Solvency2” obbliga le Compagnie assicurative a dotarsi di requisiti complessivi di capitale crescenti (SCR e riserve tecniche) per coprire eventuali perdite inattese dovute ad aumentati rischi di mercato, d’investimento e di tassi, con un conseguente incremento dell’assorbimento di capitale.
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A causa di queste crescenti difficoltà dei prodotti Ramo-I, negli ultimi tempi molte Compagnie hanno sospeso la sottoscrizione di questi strumenti a nuovi investitori e stanno cercando di convogliare sempre più la domanda verso prodotti a minore impatto, che consentano di offrire ai sottoscrittori rendimenti potenzialmente più elevati unitamente a una parziale protezione del capitale.
Diversificando quindi l’offerta sui prodotti Vita, molti Gruppi Assicurativi stanno mettendo in atto strategie commerciali che puntano a strutturare nuove soluzioni alternative alle Ramo-I, spostando l’attenzione verso prodotti assicurativi a Ramo-III, (le cd. Unit-Linked) o verso le più recenti polizze “multiramo” (risultato di un mix tra Ramo-I e Ramo-III).
Data l’esposizione diretta di questi due strumenti assicurativi ai mercati finanziari, l’investitore si trova chiaramente in una condizione ben differente rispetto alla comfort-zone fornita da una Gestione Separata, che garantisce il 100% del capitale e consolida i rendimenti passati.
Lo sbilanciamento dei portafogli verso una maggiore quota di Ramo III, infatti, comporta un aumento dei rischi di performance legati all’incremento di volatilità e di drawdown del portafoglio complessivo dell’investitore.
In questo caso, quindi, strategie di protezione risultano fondamentali per garantire la sostenibilità dei nuovi profili rispetto alla propensione al rischio dell’investitore.
È per questo motivo che l’offerta assicurativa si sta indirizzando sempre più verso strumenti ibridi che, pur essendo esposti ai rischi di mercato, propongono una protezione parziale del capitale investito mediante l’utilizzo di strategie di “downside protection”, che tendono a garantire una quota predeterminata dell’investimento iniziale mediante l’esposizione ad asset rischiosi soltanto di una parte del capitale, utilizzando in alcuni casi meccanismi di riallocazione di portafoglio che consentono un’esposizione graduale ai mercati.
Attualmente, le strategie di protezione maggiormente utilizzate nel mondo assicurativo sono la “Constant Proportion Portfolio Insurance” (CPPI) e la “Time Invariant Portfolio Protection” (TIPP).
Entrambe le strategie citate, prevedono una quota di investimento in asset rischiosi che risulta proporzionale alla differenza tra il valore dell’investimento e il valore minimo garantito (cd. “cuscinetto”);
l’esposizione ai mercati è incrementata nelle fasi rialziste e ridotta nei momenti di contrazione. Nonostante una strategia di riallocazione di portafoglio simile, la sostanziale differenza tra CPPI e TIPP risiede nel fatto che quest’ultima prevede una graduale crescita del floor di protezione. Quindi il valore minimo garantito viene incrementato periodicamente, riducendo la convessità del CPPI e consolidando parte dei guadagni.
Sebbene strategie del genere siano probabilmente da prediligere rispetto ad un approccio gestionale di tipo statico, c’è da tenere in considerazione una caratteristica poco piacevole che accomuna entrambi i modelli: il rischio di cash-lock.
Avendo un budget di rischio limitato a disposizione, e utilizzandolo in maniera lineare, il grosso handicap che possono avere questi strumenti non risiede nella partecipazione parziale ai rialzi di mercato (che in un’ottica di protezione del capitale può essere accettata di buon grado dall’investitore) bensì nella non remota possibilità di realizzare un sostanzioso ribasso.
In una fase di drawdown consistente, infatti, se è vero che l’esposizione al rischio viene annullata nel momento in cui si raggiunge il livello di protezione previsto, è pur vero che lo strumento si trasforma, di fatto, in uno zero-coupon, e che solo a seguito di anni di rialzi incontrastati dei mercati riuscirà a fornire nuovi segni di vita e di reattività.
Dunque, per l’investitore che non si trovi a beneficiare immediatamente di un guadagno tale da consentirgli di portare almeno in pareggio il livello di protezione garantito [es. investimento iniziale 100; montante raggiunto 125; livello di protezione 80%; capitale garantito 100], le prospettive di “cristallizzare” una perdita sul suo investimento garantito possono diventare una realtà fastidiosa, ma estremamente probabile.
Alla luce di un contesto economico completamente rivoluzionato rispetto a qualche anno fa, caratterizzato da tassi d’interesse negativi e dal mondo del reddito fisso in forte difficoltà ad offrire rendimenti, quel che emerge sia dal lato dell’offerta finanziaria e assicurativa sia dal lato della richiesta stessa del mercato, è il pesante incremento del cd. “Risk Appetite”: gli investitori aumentano la propria propensione al rischio alla ricerca di un rendimento che possa essere ritenuto soddisfacente.
Approfondisci il tema del “Risk Appetite” con il nostro articolo: “Risk appetite: cos’è e come costruire un portafoglio efficiente contro il rischio”.
Con il perdurare di crisi economico-politiche, l’attesa di un rialzo dei tassi di riferimento e un mercato azionario estremamente “tirato”, con una volatilità che viene estremizzata ad ogni accadimento riportato di media, diventa quindi imprescindibile affacciarsi ai mercati finanziari utilizzando un approccio dinamico, che consenta di ricercare e sfruttare eventuali opportunità d’investimento laddove si presentino.
Tuttavia, la rischiosità insita in questo mondo ed in questo modus operandi, talvolta sconosciuto e sicuramente meno ovattato di quello rappresentato dall’investimento classico in titoli obbligazionari o soluzioni assicurative garantite, rende fondamentale per l’investitore affidarsi ad una strategia realmente dinamica, che gli consenta contestualmente di dotarsi di una protezione sul capitale investito, senza che questa ne diventi una “trappola di liquidità” dalla quale uscirne inevitabilmente a testa bassa.
Chief Marketing Officer & Business Development Manager 4Timing SIM
“Per aspera ad astra“
Curioso per natura, nelle mie esperienze professionali ho sviluppato competenze differenti tra loro, condividendo ed acquisendo know-how in uno scambio che mi ha consentito di crescere nel corso degli anni, come professionista e come persona. Negli ultimi 13 anni mi sono dedicato alla Consulenza Finanziaria e nel 2015 sono entrato in 4Timing per realizzare, insieme agli altri soci fondatori, 4Timing SIM: un intermediario indipendente che rappresenta una boutique per il Consulente che vuole evolversi professionalmente e per l’investitore che desidera un rapporto professionale innovativo e di alto livello.