Quali sono gli investimenti sicuri durante la pandemia?
In questo articolo cerchiamo di rispondere alla domanda relativa a quali sono gli investimenti sicuri durante la pandemia.
Il Covid-19 ha determinato un cambiamento nelle strategie di azione e di investimento, per quanto non abbia influito in modo rilevante sulle aspettative per i rendimenti a lungo termine.
Un sondaggio commissionato da Schroders su un campione di investitori che copre 32 sedi in tutto il mondo, indaga come questi hanno risposto alla crisi innescata dalla pandemia. Si tratta di un utile strumento per comprendere le tendenze presenti e future del mercato finanziario, tra prospettive e necessità degli investitori.
Come sono cambiati i portafogli di investimento con la pandemia di Covid-19?
A fronte della volatilità che ha caratterizzato il mercato azionario tra febbraio e marzo 2020, una percentuale significativa di investitori ha apportato modifiche al proprio portafoglio. Il 28% si è indirizzato verso investimenti a basso rischio. Un quinto ha spostato parte delle asset class di portafoglio verso investimenti a rischio elevato.
Le cifre differiscono a seconda della fascia di età. Tra le generazioni più anziane si è registrata una maggiore tendenza a mantenere inalterato il livello di rischio del proprio portafoglio (il 40% dei Baby Boomers, il 75% degli over-70). Tra i Millennials è emersa al contrario una maggiore propensione ad apportare cambiamenti.
Date queste tendenze, l’indagine di Schroders rivela un ulteriore dato interessante.
Nonostante le difficoltà a cui ha dovuto fare fronte, un’alta percentuale di intervistati non prevede che il Covid-19 influisca sul livello di rendimento dei propri investimenti nel corso del 2021. Il 66% ritiene che l’impatto della pandemia si estenderà fino ai prossimi sei mesi, e solo il 21% si aspetta che le sue conseguenze si protrarranno oltre il prossimo biennio.
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Post-Covid-19, le aspettative degli investitori
Il Covid-19 ha davvero influenzato le strategie di investimento?
In generale, le recenti perturbazioni dei mercati sembrano non avere inciso eccessivamente sulle aspettative degli investitori in relazione al rendimento totale medio annuo del proprio portafoglio.
Per quanto in Europa si registri una fiducia inferiore rispetto alla media globale, il rendimento atteso di un portafoglio medio nell’arco dei prossimi cinque anni si attesta attorno al 9,4%.
Più del 20% degli investitori dichiara di non essersi preoccupato eccessivamente dopo il calo registrato all’inizio dell’anno, con percentuali, però, differenti a seconda del grado di competenza finanziaria acquisito.
È interessante notare come i giudizi cambiano a seconda di come gli investitori valutano le proprie conoscenze in ambito finanziario.
Quanti si definiscono investitori esperti, anche in un periodo di forte tensione, sono stati maggiormente propensi a non preoccuparsi dei propri investimenti (16%), con otto volte più probabilità rispetto a coloro che non possedevano una conoscenza in materia altrettanto approfondita (2%).
L’importanza dell’educazione finanziaria e il ruolo del professionista
Nel momento in cui gli investitori si sono preoccupati dei propri investimenti, il 49% si è rivolto al consulente finanziario per ricevere un aiuto professionale.
In particolare, i consigli di un consulente esperto sono ricercati da chi considera le proprie competenze in materia a un livello avanzato. I quali, per converso, tendono a fare meno affidamento sulla ricerca in prima persona o a prestare fede al consiglio di amici e familiari.
Con il diminuire dell’età e una minore competenza finanziaria aumenta, invece, il ricorso a informazioni provenienti da fonti indipendenti, come agenzie di rating o siti dedicati, e la fiducia nei consigli dei propri pari.
A chi spetta allora garantire un adeguato livello di conoscenza delle questioni finanziarie personali?
La maggior parte degli investitori (68%) reputa l’acquisizione di competenze un impegno personale e si ritiene responsabile a riguardo. Una percentuale di poco inferiore invece attribuisce un certo grado di responsabilità anche a consulenti ed enti erogatori dei servizi finanziari.
L’obiettivo degli investitori è raggiungere un livello di conoscenza che consenta di avere cognizione delle questioni finanziarie personali. In questo modo, infatti, possono comprendere e sondare realmente i consigli forniti da un consulente.
Ci sono poi eventi della vita quotidiana che spingono più di altri a ricorrere all’aiuto di un professionista. Ad esempio, l’avvicinarsi dell’età pensionabile per il 34% degli investitori; la trasmissione di un’eredità o l’acquisto di un bene significativo per il 33%.
Ma è bene porre attenzione anche ai fattori che determinano una mancanza di fiducia nella figura del consulente o del gestore finanziario. In primo luogo troviamo inattendibilità e mancanza di chiarezza nelle informazioni fornite.
Prospettive per il prossimo futuro
A livello generazionale, i Millennials si reputano i più penalizzati dalla crisi.
La ricerca Investor Watch di UBS mostra quanto gli investitori, in particolare nella fascia di età più giovane, all’indomani della pandemia abbiano maggiore timore di non avere a disposizione sufficienti risparmi nel caso in cui si verifichi una situazione di difficoltà analoga. Temono di dovere lavorare più a lungo per compensare minori introiti contributivi in chiave pensionistica; e di non lasciare risorse finanziarie sufficienti alle generazioni successive.
Opportunità
Tuttavia la situazione generata dalla diffusione del Covid-19 apre anche alcune opportunità.
Il 79% degli investitori italiani dichiara di guardare alla volatilità come a un’occasione per riallocare i propri investimenti.
Gli stessi Millennials italiani, nonostante la preoccupazione per la situazione economica attuale, sono sempre più proiettati verso gli investimenti sostenibili (69%).
A giocare un ruolo importante sarà allora la consulenza e una corretta pianificazione finanziaria. Mentre affrontano la crisi legata al Covid-19, gli investitori sono alla ricerca di approfondimenti e avvertono la necessità di una consulenza personalizzata per raggiungere i propri obiettivi finanziari.
Una Consulenza Finanziaria Indipendente e scevra da conflitti d’interesse può rappresentare la strada migliore da percorrere per il raggiungimento di tali obiettivi. È la strada scelta in 4Timing, che offriamo ai nostri Clienti.
La pandemia ha portato gli investitori a riconsiderare le modalità in base alle quali finanziare i propri bisogni di liquidità, longevità e successione in futuro. Consulenti e Gestori patrimoniali avranno la possibilità di svolgere un ruolo decisivo nella vita dei loro Clienti, preparandoli allo scenario che si profila post-pandemia.
Chief Marketing Officer & Business Development Manager 4Timing SIM
“Per aspera ad astra“
Curioso per natura, nelle mie esperienze professionali ho sviluppato competenze differenti tra loro, condividendo ed acquisendo know-how in uno scambio che mi ha consentito di crescere nel corso degli anni, come professionista e come persona. Negli ultimi 13 anni mi sono dedicato alla Consulenza Finanziaria e nel 2015 sono entrato in 4Timing per realizzare, insieme agli altri soci fondatori, 4Timing SIM: un intermediario indipendente che rappresenta una boutique per il Consulente che vuole evolversi professionalmente e per l’investitore che desidera un rapporto professionale innovativo e di alto livello.