Quali sono i principali tipi di obbligazioni?
In questo articolo analizzeremo il funzionamento dei principali tipi di obbligazioni, per aiutare a comprendere quale potrebbe essere l’opzione migliore per il proprio portafoglio d’investimento.
Apprezzate per la loro versatilità e per la capacità di adattarsi a diversi profili di rischio, le obbligazioni sono una delle forme più comuni di investimento. Ma sebbene nell’immaginario collettivo siano normalmente associate ad una tipologia “standard”, obbligazioni ordinarie, con una durata prefissata e una cedola periodica, questi titoli di credito (per chi li acquista) possono avere caratteristiche molto diverse tra loro e possono anche risultare piuttosto complesse nel loro funzionamento.
Partendo da una macro-distinzione che possiamo fare a monte, possiamo fare una classificazione obbligazioni a seconda dell’emittente:
Ognuno di questi titoli può fruttare degli interessi positivi agli investitori che li detengono, fondamentalmente attraverso due vie:
- Cedole periodiche
- Differenza tra prezzo acquisto e prezzo di vendita/rimborso
Identificate i vari tipi di obbligazioni in base all’emittente, passiamo ad analizzare il funzionamento di alcune delle più diffuse tipologie di titoli obbligazionari.
Le principali tipologie di obbligazioni
Andiamo dunque ad analizzare, in maniera ampia ma sicuramente non definitiva, i principali tipi di obbligazione cui un investitore può interfacciarsi nella sua esperienza, identificando 3 macro categorie, dalle obbligazioni con cedola a tasso fisso, alle obbligazioni con cedola a tasso variabile, fino alle obbligazioni senza cedola.
1. Obbligazioni a tasso fisso
Rappresentano la più classica tipologia di obbligazione che prende spazio nell’immaginario collettivo: un titolo di credito emesso da un ente pubblico o privato, con una scadenza predeterminata (o senza scadenza), un prezzo di rimborso pari a 100 e una cedola annua fissa che viene determinata al momento dell’emissione.
L’insieme di queste caratteristiche rendono le obbligazioni a tasso fisso un investimento ideale per gli investitori che desiderano un flusso di reddito stabile e prevedibile.
Attenzione però: non esiste un’unica versione di questi titoli e il rischio di sottovalutarne alcuni aspetti come la scadenza, la valuta, il rating dell’emittente o la convertibilità è abbastanza elevato. Prima di decidere per un investimento, bisogna sempre analizzare tutte le caratteristiche dello strumento.
2. Obbligazioni a tasso variabile
In un portafoglio d’investimento, le obbligazioni a tasso variabile sono un po’ diverse da inquadrare rispetto alle loro omologhe a tasso fisso, in quanto non vengono scelte soltanto per la loro componente di stabilità ma anche per motivazioni prospettiche.
Al pari delle precedenti, queste obbligazioni sono titoli di debito (per l’emittente) che offrono un rendimento periodico al possessore, elargito sotto forma di cedola. La differenza sta nel fatto che la cedola staccata non è sempre uguale, ma può essere legata a un valore economico (come, ad esempio, i tassi di riferimento Euribor o BCE) oppure predeterminata su valori differenti a seconda del momento di vita del titolo (ad esempio, più alte i primi anni e più basse negli anni successivi).
Il motivo per il quale un investitore può scegliere questo tipo di strumenti può variare a seconda delle esigenze: dalla riduzione dell’esposizione alle variazioni dei tassi di riferimento (cfr. nostro articolo sulla duration), protezione contro l’inflazione, volontà di ottenere un tasso predeterminato più alto per un determinato periodo.
Vediamone alcuni tipi.
3. Obbligazioni senza cedola (zero-coupon bond)
A differenza delle due categorie di obbligazioni precedenti, in cui il premio per l’investitore è sempre rappresentato dalla corresponsione di un interesse periodico, le obbligazioni zero-coupon non prevedono una remunerazione cedolare e pertanto non prevedono lo stacco di cedole periodiche.
La particolarità di questi titoli di credito (per l’investitore) è che, a fronte della garanzia di vedersi restituito il capitale investito in una data di scadenza predeterminata e ad un valore nominale pari a 100, il titolo viene emesso ad un valore nominale inferiore al valore nominale di rimborso. Questa differenza, se positiva per l’investitore, viene definita “scarto di emissione” oppure “disaggio di emissione” e il premio per l’investitore, in questo caso, consta proprio nella differenza tra il prezzo di emissione e il prezzo di rimborso.
(Nota: Abbiamo specificato “se positiva per l’investitore” perché la differenza potrebbe anche essere negativa per l’investitore, nel caso in cui il valore di emissione sia superiore al valore di rimborso. In tal caso, il vantaggio sarebbe ad appannaggio dell’emittente e verrebbe definito “aggio di emissione”).
Tra i vari tipi di obbligazioni, questo ha normalmente una durata più breve rispetto alle omologhe obbligazioni a cedola. Inoltre, proprio per la mancanza di assorbimento cedolare del capitale investito durante il periodo di vita del titolo, le obbligazioni zero coupon risentono maggiormente dell’impatto delle oscillazioni e delle modifiche dei tassi di riferimento (cfr. articolo sulla duration).
Anche se queste caratteristiche possono suonare come riferite a chissà quali strumenti particolari, un esempio particolarmente conosciuto di obbligazioni zero coupon è rappresentato dai Buoni Ordinari del Tesoro (BOT), che hanno una durata massima di 12 mesi e il cui premio per l’investitore non è rappresentato da una cedola periodica, ma dallo scarto di emissione.
Da queste poche specificità racchiuse in questo non brevissimo articolo, si evince che anche un mondo immaginariamente semplice e ovattato, come quello obbligazionario, nasconde una complessità spesso banalizzata in poche caratteristiche attese da parte degli investitori.
Anche per una corretta gestione obbligazionaria dei propri investimenti, in cui occorre destreggiarsi tra i rischi e le caratteristiche proprie del titolo che si va ad acquistare, è preferibile affidarsi a un esperto che possa consigliare in trasparenza e indipendenza le soluzioni d’investimento migliori.
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Chief Marketing Officer & Business Development Manager 4Timing SIM
“Per aspera ad astra“
Curioso per natura, nelle mie esperienze professionali ho sviluppato competenze differenti tra loro, condividendo ed acquisendo know-how in uno scambio che mi ha consentito di crescere nel corso degli anni, come professionista e come persona. Negli ultimi 13 anni mi sono dedicato alla Consulenza Finanziaria e nel 2015 sono entrato in 4Timing per realizzare, insieme agli altri soci fondatori, 4Timing SIM: un intermediario indipendente che rappresenta una boutique per il Consulente che vuole evolversi professionalmente e per l’investitore che desidera un rapporto professionale innovativo e di alto livello.