Quali sono gli investimenti sostenibili? Come hanno reagito alla crisi
I fondi e gli Etf ESG hanno beneficiato di nuovi investimenti anche nel periodo più duro della crisi innescata dal CoVid-19. È sintomo di una maggiore sensibilità degli investitori in tema di sostenibilità.
L’Italia non si è mai distinta nella raccolta di investimenti nei settori della finanza sostenibile, eppure in questo periodo si è inserita nella tendenza globale. Assogestioni documenta che nei primi tre mesi del 2020 i fondi sostenibili hanno raccolto nel nostro Paese 2,8 miliardi di Euro.
Quali sono le ragioni di questo rinnovato interesse verso gli strumenti ESG?
ESG, resilienza del settore in tempi di Coronavirus
Negli ultimi anni, gli investitori hanno integrato sempre di più nelle proprie scelte di investimento fattori riguardanti la responsabilità sociale e di governance di aziende o imprese, e la loro sostenibilità in termini di impatto ambientale.
Il diffondersi della pandemia di Coronavirus ha ulteriormente incrementato l’attenzione verso queste tematiche.
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Gli indici MSCI e Morningstar hanno evidenziato che durante la crisi i titoli “socialmente responsabili” sono stati più resilienti all’effetto virus. Il report di Amundi ne indaga le ragioni.
Secondo l’analisi, gli investitori hanno percepito gli ESG come ‘fondi a prova di pandemia’. La tendenza è stata sovrappesare i settori che meglio hanno superato la crisi – ad esempio Tecnologia ed HealthCare – e sottopesare al contrario quelli più colpiti, come trasporti ed energia. Su questo argomento, ti consigliamo anche di leggere l’articolo “Investimenti sostenibili, cosa sono e cosa sta ad indicare l’acronimo ESG?”.
Tuttavia, questa non sarebbe l’unica spiegazione plausibile.
Lo studio condotto dalla società francese di Asset Management cita diverse analisi che evidenziano come i flussi verso i fondi comuni ESG siano meno sensibili ai rendimenti negativi rispetto ai fondi tradizionali.
È una questione di fedeltà. Gli investitori sarebbero più predisposti a mantenere i propri investimenti ESG durante la crisi poiché traggono un’utilità positiva dal semplice fatto di investire responsabilmente. In questo modo compensano anche gli effetti determinati da una performance negativa.
ESG, assi lungo i quali si muove il cambiamento avviato dal CoVid-19
State Street Global Advisors cerca di individuare gli assi lungo i quali la pandemia di Coronavirus potrebbe influenzare l’adozione di strumenti ESG nel medio-lungo periodo.
La crisi ha rivelato l’importanza dei principali indicatori di performance ESG per la creazione di valore a lungo termine di un’azienda. Questo ne ha determinato anche l’integrazione nelle strutture di portafoglio e nelle decisioni di investimento.
Diversi studi individuano un legame positivo fra l’adozione di criteri ESG e vari indicatori di performance aziendale. Nel prossimo futuro si prevede che l’integrazione di questi criteri possa contribuire a ridurre il rischio in portafoglio, poiché permette di investire in emittenti con bilanci, pratiche di governance e di risk management più solide.
Anche la componente ambientale ottiene ulteriore rilevanza in seguito alla pandemia.
La diffusione del CoVid-19 ha reso infatti evidente l’importanza dell’innovazione e del progresso scientifico, e ha reso necessaria una collaborazione internazionale per affrontarla. Sono tutti aspetti fondamentali per fare fronte in modo efficace alla sfida del cambiamento climatico nel prossimo futuro.
C’è una maggiore sensibilità degli investitori al settore ESG: i numeri
ESG Risk in Times of Covid-19, l’indagine compiuta dalla Banca d’Italia, indaga quanto gli investitori durante la crisi hanno preso in considerazione i rischi legati a fattori ambientali, sociali e di governance.
Soprattutto dopo il crollo del mercato alla fine di febbraio, gli investitori hanno mostrato una preferenza per i fondi a basso rischio ESG, indentificati come una valida copertura rispetto a possibili nuove flessioni dei mercati.
Il fattore di rischio ambientale è stato il motore principale delle preferenze di sostenibilità degli investitori. Questo dato suggerisce quanto anche in questo contesto gli strumenti ESG sono stati considerati soprattutto come un indicatore di rischio ambientale.
Secondo l’indagine commissionata da BNP Paribas: “Quanto sono importanti i criteri ESG per gli investitori nel post-Covid-19?“, la pandemia ha determinato, però, una maggiore rilevanza delle considerazioni sociali nel processo decisionale sugli investimenti.
Lo studio ha dimostrato che l’81% degli intervistati tiene già conto delle considerazioni ESG nella gestione del proprio portafoglio, mentre il 16% prevede di farlo entro l’anno. A spingerli è l’impatto positivo che gli elementi sociali hanno sulle performance di investimento a lungo termine e sulla gestione del rischio.
L’importanza di tutti e tre i fattori ESG è aumentata dall’inizio della crisi, ma il 70% degli investitori prevede che le considerazioni sociali diventeranno estremamente o molto importanti in chiave prospettica. Certo è necessaria la definizione di metriche standard per la loro valutazione.
L’importanza dei fattori ESG in chiave prospettica
Un incremento di interesse per gli investimenti sostenibili all’indomani del CoVid-19 è stato registrato anche per il segmento di clienti HNWI. Questi prevedono di destinare il 41% dell’allocazione del proprio portafoglio agli strumenti ESG entro la fine dell’anno.
Le ragioni di questa propensione sono aspettative di rendimenti più elevati e di rischi più bassi, legati a una tipologia di investimenti solida e meno speculativa.
D’altro canto, questo crescente interesse per gli investimenti sostenibili sta generando opportunità ad alto potenziale di engagement anche per le aziende.
Gli investitori sono sempre più attenti al rapporto di lungo termine tra i fattori ESG (ambientale, sociale e di governance) e questi creano valore per gli azionisti, perciò le aziende dovranno essere in grado di riformulare la loro value proposition nel prossimo futuro.
La fiducia degli investitori e la reputazione delle aziende stesse dipenderanno dalla percezione che queste sono in grado di trasmettere, in termini di comportamento verso dipendenti, fornitori e società civile in generale.
Chief Marketing Officer & Business Development Manager 4Timing SIM
“Per aspera ad astra“
Curioso per natura, nelle mie esperienze professionali ho sviluppato competenze differenti tra loro, condividendo ed acquisendo know-how in uno scambio che mi ha consentito di crescere nel corso degli anni, come professionista e come persona. Negli ultimi 13 anni mi sono dedicato alla Consulenza Finanziaria e nel 2015 sono entrato in 4Timing per realizzare, insieme agli altri soci fondatori, 4Timing SIM: un intermediario indipendente che rappresenta una boutique per il Consulente che vuole evolversi professionalmente e per l’investitore che desidera un rapporto professionale innovativo e di alto livello.