Il reale impatto dei mercati finanziari sull’economia personale
La pianificazione finanziaria non è altro che un tentativo tenace (e a volte anche un po’ doloroso) di guardare al futuro.
Diamo un’occhiata ai rendiconti finanziari che (anche per legge) gli intermediari finanziari sono tenuti a fornire.
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Questo non è il grafico aggiornato del nostro portafoglio, ma potrebbe anche esserlo. Di fatto non è reale, si tratta di una ricostruzione immaginaria a solo titolo di esempio.
Vi troviamo un rendimento da inizio anno, il confronto con il mercato di riferimento, il valore delle perdite registrate in caso di ipotetica e immediata vendita, ecc. ecc.
Vi troviamo soprattutto un grafico che – forse meglio di ogni altro indicatore – ben rappresenta quanto registrato nei primi mesi dell’anno: un evidente controllo del rischio (riduzione delle “perdite” rispetto al mercato di riferimento) nonché le potenziali difficoltà per il futuro (saremo capaci di intercettare con prontezza l’auspicata risalita che i mercati sembrano aver imboccato?).
Come ho già avuto modo di dire tante volte, questo grafico rappresenta solo il “primo tempo” del film a cui stiamo assistendo: per il giudizio finale sarà meglio aspettare la fine, ovvero un ciclo economico completo.
La pianificazione finanziaria: una lente di ingrandimento alternativa
Non voglio certo demonizzare i rendiconti finanziari ma mi chiedo se sia davvero questa la lente di ingrandimento corretta attraverso cui vogliamo guardare i nostri investimenti.
Innanzitutto, siamo davvero convinti che il risultato attuale, quello che possiamo vedere dai grafici di rendimento, sia determinato da una gestione finanziaria più o meno efficace?
Certo, questo risultato è anche frutto dell’ottima strategia messa in atto dal nostro intermediario, ma la vera risposta è un’altra: solo grazie ad un’accurata pianificazione finanziaria sarebbe stato possibile individuare la quantità del nostro patrimonio da esporre al rischio dei mercati e proteggere il nostro conto economico. In una formula: salvaguardare il nostro tenore di vita.
Alla luce di questo mi domando: è per caso successo che – per via degli ultimi scrolloni di borsa – abbiamo dovuto modificare le nostre scelte economiche?
Forse l’abbiamo fatto a causa del virus, del distanziamento sociale, della sensazione di timore a cui facevo riferimento qualche “puntata” fa; o forse, ancor di più, lo stiamo facendo guardando a quanto sta accadendo in Ucraina. Non credo però a causa di un più o meno repentino calo delle borse.
Può darsi allora che il vero rendimento a cui doversi riferire fosse un altro? Ancora una volta lo schema qui sotto non riguarda la nostra pianificazione, anche se potrebbe rappresentarla bene. Potrebbe, però, essere quella del “cliente” del cui portafoglio avevo riportato il grafico poco sopra.
A me sembra che il risultato finanziario (negativo e comunque sempre preoccupante: dimenticarlo sarebbe come negare la realtà) abbia in questo caso e in questo momento un concreto impatto solo sull’ultimo obiettivo (in termini di tempo) riportato in tabella.
Molto probabilmente un obiettivo finanziario di altissima priorità per l’investitore (è pur sempre vero che “I figli so’ piezze e’ core!”) ma è solo alla luce di questa pianificazione che il tempo (l’attesa) prende a mio avviso un significato diverso e più aderente alla realtà.
E la domanda giusta è: abbiamo il sufficiente tempo finanziario affinché questo gap si richiuda?
Scelte finanziarie: cambiare passo immaginando il futuro
Ancora una volta, anche da un punto di vista sostanziale è possibile dare una svolta alle nostre scelte finanziarie.
Non sarà il caso di fare un cambio di passo? Certo, è difficile, perché molti di noi hanno perso la capacità di immaginare.
Pianificare, invece, significa proprio questo: immaginare, proiettare nei vari futuri le nostre aspettative e preferenze. Passando da un “io e adesso” a un “noi e dopo”.
Sono Educatore Finanziario di Qualità (UNI 11402) oltreché Consulente Finanziario. Sono consapevole che la mia attività può avere un ruolo sociale di alto valore e per questo da anni ho deciso di interpretarla in coerenza con i miei valori. Scelte come educazione e pianificazione finanziaria, remunerazione a parcella e consulenza finanziaria indipendente oggi mi permettono di interpretare al meglio questa ambizione. La stessa formazione continua sul versante della finanza sostenibile (ESG/SRI) ben la rappresenta. Da appassionato sci-alpinista (motivo per cui qualche volta mi assento) so bene che spesso i peggiori rischi si corrono a causa della mal riposta fiducia nelle proprie certezze. E da neo-nonno (altro motivo per il quale a volte non mi troverete!) apprezzo il trascorrere del tempo e so come la capacità di immaginare il proprio futuro e di fare progetti siano gli ingredienti indispensabili per qualsiasi piano finanziario che si rispetti. Da tempo ho compreso che la gestione dei pur inevitabili conflitti di interesse si può migliorare solamente smettendo di vendere prodotti e limitandosi ad aiutare le persone a fare scelte consapevoli.