La tecnologia al servizio della finanza con Fintech e Big Data
L’ espressione “il futuro è alle porte” appare quanto mai superata per descrivere il momento storico che stiamo vivendo.
La rivoluzione digitale che da anni si sta diffondendo anche nell’ ambiente finanziario, ci sta conducendo sempre più rapidamente ad avere accesso a tecnologie che nell’immaginario collettivo di qualche anno fa rappresentavano innovazioni di un futuro remoto e quasi fantascientifico.
Da oltre un trentennio il mondo anglosassone è testimone della nascita e dello sviluppo dei CTA, Asset Manager quantitativi che gestiscono soluzioni d’investimento caratterizzate da un approccio sistematico ai mercati, mediante lo sviluppo e l’applicazione in via continuativa di algoritmi di calcolo estremamente complessi, chiamati a riconoscere ed interpretare l’esistenza di “pattern” che identifichino il possibile manifestarsi di un determinato evento.
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Se inizialmente questi gestori cd. “alternativi” sono partiti da una disponibilità e da un livello di analisi dei dati a disposizione estremamente ridotto rispetto a quelli in circolazione al giorno d’oggi, nel corso degli anni la complessità del nostro mondo e il numero infinitamente maggiore di informazioni prodotte quotidianamente, ha rappresentato un terreno fertile per statistici e matematici che abbiano voluto cimentarsi nell’analisi di una qualsivoglia serie storica di un settore: dal finanziario, al sanitario, al farmaceutico, etc.
Nell’ultimo decennio si è infatti assistito allo sviluppo di sistemi di analisi estremamente più complessi, basati su tecniche di Data-Mining applicate ai BigData, ossia il setacciamento di un amplissimo insieme di dati provenienti ed alimentati da fonti assai eterogenee.
La complicata e dispendiosa evoluzione verso questi sistemi, è giustificata dalla considerazione che lo sfruttamento delle informazioni contenute all’interno di questi sterminati bacini di dati, consente di generare valore aggiunto nonché un grosso vantaggio competitivo rispetto al resto del mercato.
Ma questo sviluppo e questa implementazione tecnologica hanno impattato notevolmente anche sul lavoro che quotidianamente viene svolto da consulenti e operatori finanziari nei confronti dei propri clienti.
Solo all’ inizio di questo millennio, pensare che l’attività professionale di un consulente finanziario non si sarebbe basata soltanto sulla reputazione costruita nel corso degli anni all’interno del proprio entourage, ma anche sulla propria identità digitale realizzata e pubblicizzata tramite il web, sembrava una visione estremamente futuristica della realtà, che difficilmente avrebbe preso piede nel mondo reale.
Eppure oggi, consci del cambiamento dei paradigmi comunicativi e sull’onda di un modus operandi di derivazione anglosassone, diverse centinaia di consulenti finanziari in Italia curano autonomamente e quotidianamente la propria immagine professionale, utilizzando siti web personali, aggiornando il proprio profilo su canali social come LinkedIn o direttamente sulle piattaforme messe loro a disposizione dal proprio iintermediario.
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Ciò gli consente di essere sempre disponibili (e indirettamente valutabili) nei confronti di chiunque abbia interesse a ricercare un Consulente Finanziario o a seguirne le attività ed i suggerimenti inerenti le notizie economiche e finanziarie da lui valutate come importanti per il proprio entourage virtuale.
Identità professionale a parte, la rivoluzione digitale ha impattato notevolmente su tutti i livelli del mondo della consulenza finanziaria.
Infatti, la continua evoluzione ed implementazione di nuovi sistemi informatici, nuove piattaforme di analisi e nuovi modelli gestionali sistematici, nel tempo ha modificato le modalità di lavoro, di interfacciamento e di gestione delle relazioni di tutti i soggetti che operano nel settore finanziario, alimentando un interesse sempre maggiore verso quello che può essere definito come un campo di nuova concezione: il fintech, ovvero la tecnologia applicata all’industria finanziaria.
Sviluppatosi a partire dagli Stati Uniti, questo settore è fiorito grazie all’azione di importanti forme di venture capital che, sostituendosi alle banche tradizionali nell’erogazione di fondi, hanno investito in start-up particolarmente promettenti, che al netto di un fisiologico rischio di fallimento presentavano tuttavia un elevato valore potenziale.
Ciò ha consentito loro di diventare parte fondamentale nel processo di innovazione tecnologica e di generare ingenti margini di guadagno nei settori bancario e finanziario.
Nel primo caso, un importante nonché remunerativo esempio di investimento in sviluppo ed implementazione nel settore fintech è rappresentato dall’iniziativa “R3”: il focus delle 42 più importanti banche internazionali sull’utilizzo della tecnologia “Blockchain” in ambito interbancario, che promette di rivoluzionare completamente le transazioni tra soggetti diversi, semplificando, disintermediando ed abbattendo notevolmente i costi di tali operazioni.
Ciò è dovuto al fatto che questo tipo di tecnologia prevede un controllo continuo su tutte le transazioni effettuate all’interno di una determinata rete, da parte di ogni singolo blocco che la compone, registrando e convalidando tutti i vari passaggi eseguiti per la realizzazione di uno scambio economico.
Questa modalità operativa, oltre a risultare notevolmente sicura anche per le transazioni effettuate a distanza, consente di evitare di ricorrere ad una specifica autorità terza per la convalida delle operazioni, con un conseguente risparmio in termini di tempo e di costi.
Nel settore finanziario, invece, l’utilizzo di sistemi tecnologici sempre più avanzati ha portato (oltre a modalità di gestione innovative ed estremamente complesse a disposizione delle società di Asset Management) anche ad una semplificazione di strumenti d’investimento offerti direttamente al pubblico, che comprendono al proprio interno una strategia di gestione automatizzata, selezionabile tra quelle a catalogo dei fornitori di tali strumenti, applicata ad un determinato mercato o settore finanziario.
Stiamo parlando dei fondi Smart Beta, che tanto successo stanno riscuotendo recentemente sul mercato italiano.
Si tratta di fondi “intelligenti”, che replicano un indice di riferimento aggiungendo un’ ulteriore variabile di rischio nella gestione del sottostante.
In questo modo, il singolo fondo va ad amplificare o a smorzare i movimenti di mercato (il Beta) in base alle impostazioni algoritmiche definite per quella specifica linea d’investimento, perseguendo in maniera automatizzata l’obiettivo gestionale selezionato dall’ acquirente.
Per quanto concerne il settore della consulenza finanziaria, che ci interessa più da vicino, l’espansione continua degli ultimi 25 anni dell’offerta di strumenti e prodotti finanziari sul mercato ha portato ad un eccesso di informazione e di normativa e, di conseguenza, ad una complicazione sempre maggiore del lavoro di tutti gli operatori del settore.
Si è così reso necessario un continuo adeguamento della strumentazione informatica a supporto di questi ultimi, che permettesse progressivamente di analizzare, proporre, sintetizzare e rendicontare in maniera adeguata quanto operato nei confronti dei clienti.
Si è così arrivati a definire soluzioni d’investimento sempre più articolate, utilizzando strumenti nuovi e maggiormente complessi, modelli distributivi ad architettura aperta, la profilazione MiFID obbligatoria per tutti i clienti, che vincolasse la proposizione di portafogli finanziari e soluzioni d’investimento in linea con quanto imposto da tale normativa, rispettando parametri sintetici di rischio identificati dal VaR o da altre sue declinazioni.
Chief Marketing Officer & Business Development Manager 4Timing SIM
“Per aspera ad astra“
Curioso per natura, nelle mie esperienze professionali ho sviluppato competenze differenti tra loro, condividendo ed acquisendo know-how in uno scambio che mi ha consentito di crescere nel corso degli anni, come professionista e come persona. Negli ultimi 13 anni mi sono dedicato alla Consulenza Finanziaria e nel 2015 sono entrato in 4Timing per realizzare, insieme agli altri soci fondatori, 4Timing SIM: un intermediario indipendente che rappresenta una boutique per il Consulente che vuole evolversi professionalmente e per l’investitore che desidera un rapporto professionale innovativo e di alto livello.